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La profondità della parola dell’anno

L’hai trovata la tua parola dell’anno? Io ne ho lette di bellissime in giro, sono sempre molto d’ispirazione.

Non sai neanche di cosa sto parlando? Si tratta di questo: invece di fare una lista dei mille buoni propositi per il 2020, che di solito ti sei scordata entro Imbolc, scegli una sensazione che vuoi coltivare durante l’anno. Quindi non azioni da fare, ma emozioni da provare. Questo significa che invece di darti l’obbligo di andare in palestra, che se non ti piace non lo farai mai, e lo sai benissimo, scegli di coltivare la leggerezza, o l’elasticità, e fai qualcosa che ti faccia sentire così, e declini quella parola in tutte le aree possibili della tua vita. Poi, durante l’anno, quando devi fare qualche scelta, ti chiedi se corrisponde a quella parola che hai scelto di provare e coltivare. Coltivare, appunto, perché ogni cosa che desideri portare nella vita va fatta crescere, le va fatto spazio, le va dedicata energia, altrimenti rimane un bel pensiero, magari un bel ritualino fi fine d’anno, che finisce nel cassetto del “prima o poi lo farò”.

La parola non è qualcosa che scegli solo razionalmente, ma emerge un po’ da sè, mentre appunto lasci spazio dentro di te a qual è la tua nuova pelle che vuoi manifestare nel mondo.

La mia è emersa poco per volta, ma per il primo gennaio era ben definita, ed è emersa in inglese: go deeper. Mi è emerso il desiderio di approfondire tutto ciò che faccio, tutto ciò che conosco, comprendendo anche quello che per me ha ancora senso e quello che invece non mi interessa più, e mi tiro dietro solo per abitudine. Quando scelgo la parola non so bene dove mi porterà, perché so che assume una magia tutta sua, ma quello che so è che andare più in profondità, per ora, mi ha portato a praticare yoga tutte le mattine, e dico proprio tutte, non ne ho saltata neanche una, perché solo così entri davvero nella pratica. Mi ha fatto riprendere in mano abitudini con la famiglia che avevamo trascurato ultimamente, per approfondire chi siamo e cosa desideriamo. Nel lavoro non so ancora cosa mi porterà, ma so che mi sta facendo fare un bel decluttering in anni di materiali, dispense, appunti, perché non voglio zavorre di “non si sa mai”, voglio profondità di cose che amo, che conosco e che voglio trasmettere agli altri. Quindi via a pratiche che non utilizzo da secoli, mentre faccio spazio a qualcosa che magari ho tralasciato, ma ora sento che posso riportare con una nuova energia nella mia vita. Farò spazio a servizi che ho trascurato e che amo, e mi fiderò che chi ha voglia di leggermi e di seguirmi avrà voglia anche di andare in profondità, di cercare le ombre, di scovare i talenti, di impegnarsi nelle pratiche. Perché quello che voglio quest’anno è coltivare la profondità, per me e per chi cammina con me!

 

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