I nostri modelli relazionali

Sappiamo tutti quanto le relazioni che abbiamo visto intorno a noi quando eravamo piccoli siano quelle che ci condizionano, e ci portano in qualche modo a cercare di riprodurle nella nostra vita adulta, nel bene e nel male.

Ma la verità è più complessa di così, più profonda, ed i nostri modelli relazionali sono legati alla storia del nostro albero genealogico, e affondano nel passato.

Il primo passo che possiamo fare su questo tema è osservare i nostri genitori. La coppia dei nostri genitori, quella che maggiormente abbiamo vissuto durante l’infanzia, è quella che, nei nostri anni di formazione, abbiamo introiettato come modello. Che ci piaccia o no.

So già che mi puoi dire che non è vero, il tuo compagno non assomiglia affatto a tuo padre, che era un maniaco del lavoro e pure un po’ anaffettivo. Poi ci pensi bene e ti accorgi che, apparentemente è completamente diverso, perché fa, che so, l’artista, o ha una forte componente spirituale. Ma proprio queste sue caratteristiche lo rendono sempre un po’ distante, immerso nel suo mondo, interessato alla sua vita al di fuori della famiglia più di quanto lo sia a te. E ti puoi rendere conto che quella sensazione di assenza o di distanza emotiva in realtà è davvero simile. Quindi non contano tanto le azioni che fanno, ma la sensazione che ti trasmettono, il tipo di emozioni che muovono dentro di te. Per questo l’osservazione deve essere più profonda.

Oppure potresti dirmi che tu non c’entri niente con la madre del tuo compagno, che è autoritaria e totalmente riferita a se stessa. Poi ti osservi, osservi le vostre dinamiche di coppia, e ti rendi conto che in fondo tu hai un potere decisionale maggiore nella coppia, che lui ti lascia fare molto più spesso di quanto si impone, che se osservi bene sei tu il motore della vostra relazione. E tu magari fai tutto quello che puoi per non avere il “potere” in questa relazione, ma il tuo modello e quello del tuo compagno si incastrano alla perfezione,  e tu ci caschi senza neanche accorgertene.

Succede così, perché l’inconscio è molto più forte e più presente di quanto pensiamo, e cerca di portarci a riprodurre ciò che già conosce. Quindi il primo passo da fare è proprio quello di guardare bene le relazioni che ci circondavano nella nostra infanzia, e con una buona dose di spietatezza ed occhio critico, renderti conto di quanto stai riproducendo. Non è per forza un male, a volte abbiamo nelle nostre storie dei bellissimi esempi, ma la cosa importante è capire come essere tu a scegliere, e non ritrovarti in situazioni e modelli che magari non condividi, o non vuoi per la tua vita.

Ci hai mai riflettuto? Sei consapevole di quanto della tua storia familiare porti nella tua relazione?  Fammelo sapere! Perché per me è sempre magia scoprire quanto il lavoro sulla Sessualità Sacra, sulle nostre relazioni, possa incrociarsi con il lavoro sull’albero genealogico!

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