Un lavoro di successo

Che cosa ti fa sentire che stai avendo successo nel tuo lavoro? Mi rivolgo soprattutto a te che ti occupi di crescita personale, di lavoro con le donne e similia.

Dunque, come lo determini il successo? Dalla riuscita di un corso o di una serata? Da quanto ti cercano per corsi e consulenze? Da quanto sei conosciuta nel tuo ambiente? Da quanto guadagni?

Ognuna di noi ha il suo parametro, ma so per certo che la questione guadagno è sempre lasciata un po’ per ultima. Perché in fondo questa è una missione. Perché è un lavoro che amo e quindi mi ripaga già così. Perché in qualche modo ho le spalle coperte, dallo stipendio del mio altro lavoro, o dalle entrate di mio marito/famiglia/rendite varie. Perché con certi lavori mica diventi ricca…

Ok, ma perché? Se è il tuo lavoro è così assurdo pensare di camparci, e magari di camparci bene, cioè potendoti permettere anche una vacanza o di cenare fuori con la tua famiglia?

Qui entrano in ballo un po’ di preconcetti vari, dalla solita dicotomia spirito-materia, quindi se fai un lavoro che ha a che fare con la spiritualità guadagnare non è bello; che un lavoro che ti piace e ti gratifica non è un vero lavoro; e poi c’è anche qualche residuo legato alla vera indipendenza della donna, che sembra un discorso trito e ritrito, ma io con le donne ci lavoro da tanto, e una vera e totale autonomia non è che la veda proprio tutti i giorni.

Non credi che sia l’ora di spezzare un po’ di questi luoghi comuni? Di superarli, di andare oltre, e di contribuire davvero a cambiare il mondo verso la direzione che ritieni più sana e più giusta?

Sei d’accordo con me che se è il tuo lavoro bisogna parlare anche di soldi? Allora il primo invito che ti faccio è quello di monitorarli, questi soldi. Quanti ne guadagni, quanti ne spendi, quanti te ne servono davvero. Si, lo so che può essere deprimente e spaventoso mettersi davvero a tavolino ad affrontare la questione, ma che facciamo, continuiamo a far finta di niente?

Quindi, prenditi l’impegno con te stessa di tenere una vera contabilità di questo tuo lavoro. Vedrai che già questo metterà in moto dei cambiamenti. Per esempio: quanti soldi hai speso in formazioni varie negli ultimi due anni? Sono praticamente certa che ne hai spesi di più di quanto fosse ragionevole. Perché? Perché non abbiamo veri protocolli, vere formazioni strutturate, e siamo un po’ bulimiche sotto questo aspetto, e ogni formazione ci pare quella giusta, quella definitiva, quella che non possiamo non fare, quella che ci farà fare un salto di livello, quella che ci manca assolutamente. Il mio invito è questo: fai i conti anche su questo! Una volta fatta una formazione, fai i conti per capire quanto ci metterai a ripagartela con ciò che hai imparato. Perché sono abbastanza sicura che non adegui i tuoi prezzi ad ogni nuova formazione che fai, e soprattutto che non aspetti di essertela ripagata (per non dire di averci guadagnato) prima di passare alla prossima.

Ti ho beccato, vero? Eppure, quello che succede in questo modo è che sei tu la prima a non dare valore alla formazione che hai appena fatto, perché se entro due mesi sei già alla prossima come puoi farmi credere che fosse importante, intensa, che ne valesse la pena?

Allora, se vuoi lavorare sul diventare più solida in quello che proponi, se vuoi cominciare a manifestare il tuo successo, che ne dici di mettere in programma per il prossimo anno una sola formazione, ed aspettare poi che si ripaghi? Ce la farai a non farti ammaliare dall’ultima novità che arriverà da oltre oceano, che magari sembra tanto sfavillante, e se poi vai a guardare con onestà, tutte quelle cose lì in fondo le conosci già?

Coraggio, puoi farcela! Impegnati a manifestare concretamente ciò che sei, smettendo di cercare ciò che potrai diventare!

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